Accogliere e proteggere le persone ferite e traumatizzate dalla migrazione
L’accoglienza che si limita ai soli bisogni materiali non basta. Le persone che sono riuscite ad arrivare salve sulle nostre coste infatti portano con sé traumi e ferite indelebili. Anche coloro che non provengono da zone di guerra hanno subito e assistito a violenze durante gli spostamenti, nella permanenza in Libia o nella traversata, dove hanno rischiato di morire o hanno perso  familiari e amici. Ecco perché è fondamentale che operatori e volontari siano preparati e competenti nell’accogliere e lenire le ferite dei migranti.
Per questo, “Re-agire alla disumanità con i migranti”, una rete di realtà impegnate nell’accoglienza diffusa di richiedenti protezione internazionale, promuove un progetto per la formazione di 144 facilitatori esperti e di 180 giuristi, divisi in 9 gruppi interregionali, da affiancare agli operatori delle strutture locali di accoglienza.