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TRATTA
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Cristo “cammina, soffre in tanti volti che soffrono per l’indifferenza soddisfatta e anestetizzante della nostra società, società che consuma e che si consuma, che ignora e si ignora nel dolore dei suoi fratelli”. Papa Francesco lo ha ricordato qualche giorno fa, a Panama, durante la Via Crucis celebrata in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. Il Calvario di Gesù, ha detto, “si prolunga nelle donne maltrattate, sfruttate e abbandonate, spogliate e ignorate nella loro dignità”, ma anche “nel dolore nascosto e che fa indignare di quanti, invece di solidarietà, da parte di una società piena di abbondanza, trovano rifiuto, dolore e miseria, e per di più vengono indicati e trattati come portatori e responsabili di ogni male sociale”. Alla vigilia della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani e in vista del Meeting delle realtà di accoglienza, abbiamo scelto di dare voce a chi ogni giorno è in prima linea nel combattere il traffico di persone e nell’offrire ospitalità. Per ribadire che l’incontro e la conoscenza sono gli strumenti per sconfiggere paure e chiusure.
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don Leonardo Di Mauro, don Francesco Soddu, don Giuseppe Pizzoli, don Gianni De Robertis e don Bruno Bignami
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Liberi dalla paura
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Dal 15 al 17 febbraio si svolgerà a Sacrofano (Roma) il Meeting delle realtà di accoglienza. “Vogliamo dire loro grazie e lanciare all’Italia un messaggio di fiducia e di futuro”, dice don Gianni De Robertis, direttore della Fondazione Migrantes.
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Tutti responsabili
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“È vergognoso che donne, uomini, bambini, vittime di un sistema di schiavitù, rimangano in balia delle onde del mare, ma più ancora lo è la nostra indifferenza mentre i potenti di turno litigano su come spartirsi le quote di migranti”, denuncia suor Eugenia Bonetti, presidente dell'Associazione “Slaves No More”.
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Inumano
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“Si gioca sulla paura, fomentando idee sbagliate sugli stranieri e distraendo così il Paese dai problemi reali”, lamenta suor Rosalia Caserta, da anni in prima linea nell’accoglienza di ragazze vittime della tratta, per la quale oggi “si è perso il senso della dignità”.
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Il pane dell'incontro
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A Catania, venti ragazze strappate alla tratta frequentano un corso di italiano e si cimentano con le tecniche di panificazione. Grazie al progetto "Lievito di speranza".
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Casa Abigail
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Dare a 13 donne, con o senza figli, in condizioni di vulnerabilità un “rifugio”, un luogo in cui sperimentare accoglienza, inclusione, valorizzazione delle diversità. Con il progetto “Casa Abigail”, la Cooperativa Sociale “Etty Hillesum” vuole rispondere ai bisogni emergenti sul territorio di Ramacca, un comune a 45 km da Catania e a circa 20 dal Cara di Mineo, uno dei …
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