Briciole di libertà
Avviato ad Ugento-Santa Maria di Leuca uno dei progetti diocesani. “Non è questione di ‘noi’ o ‘loro’, ma di pensare a chi è nel bisogno”, spiega don Lucio Ciardo, direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e il lavoro della diocesi.
di Stefania Careddu
Se gli uccelli non le avessero mangiate, Pollicino avrebbe ritrovato la strada di casa. “Anche i cagnolini si cibano di quelle che cadono dalla tavola dei loro padroni”, rispose la donna cananea a Gesù ottenendo così la guarigione della figlia. In sogno, Dio ordinò a san Francesco di farne un unico pane. Briciole. Piccole e, apparentemente, insignificanti briciole. Che possono tuttavia avere il sapore della salvezza, della libertà, della dignità. “Una briciola sfama chi non ha nulla”, afferma don Lucio Ciardo, direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e il lavoro della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, spiegando il senso di “Briciole di libertà”, un progetto promosso dal Banco delle Opere di Carità Puglia e avviato grazie ai fondi della Campagna Cei “Liberi di partire, liberi di restare”. “La nostra è una piccola diocesi e anche se abbiamo piccoli mezzi, vogliamo fare qualcosa di concreto per essere terra di speranza”, aggiunge il sacerdote che ricorda a questo proposito le parole di madre Teresa di Calcutta: “quello che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma senza quella goccia l’oceano sarebbe più piccolo”.
Il progetto diocesano, volto all’integrazione socio-culturale di minori e di adulti stranieri presenti sul territorio attraverso percorsi di inclusione attiva, vuole essere un’occasione per tutti, “per crescere nell’attenzione alle povertà e per fare un cammino di Chiesa, costruendo cammini che coinvolgano famiglie, parrocchie, associazioni”, osserva don Ciardo. “Non è – chiarisce – questione di nostri o loro, ma di pensare a chi è nel bisogno”. Nel solco di don Tonino Bello, il vescovo degli ultimi, impegnato per la pace, che “ci sprona a realizzare quella che lui definiva la convivialità delle differenze”.
“Briciole di libertà”, che vede lavorare insieme gli uffici missionario, della pastorale della famiglia, della pastorale giovanile, della pastorale sociale e del lavoro, Migrantes, Caritas, e diverse altre realtà presenti sul territorio, rappresenta anche il segno concreto di una pastorale integrata. “Il progetto – racconta il sacerdote – è già entrato nel vivo: abbiamo iniziato la ricognizione che ci aiuterà ad avere un quadro più chiaro dei minori stranieri accolti nelle strutture per poi procedere con la formazione delle famiglie per i processi di affido e dei tutori per i ragazzi non accompagnati”.
Senza nascondere “le difficoltà di un Sud dove i giovani fanno fatica a rimanere”, don Ciardo si dice convinto che occorra continuare a seminare, favorire un’azione culturale, rendendo sempre più partecipe la comunità, “spesso sorda a tanti temi e agli appelli che Papa Francesco non si stanca di lanciare”. Proprio nell’ottica di una maggiore condivisione e di una formazione che passa attraverso la quotidianità, alcuni ragazzi immigrati parteciperanno insieme ai loro coetanei salentini a “Step to step, face to face”, il Cammino per la convivialità di pace nel Mediterraneo che si snoderà da Brindisi a Leuca, dal 5 al 10 agosto. L’iniziativa, che si svolge in preparazione al grande incontro dei giovani con il Papa a Roma l’11 e il 12 agosto, si concluderà con la tradizionale proclamazione della “Carta di Leuca”, un documento elaborato e sottoscritto da centinaia di ragazzi provenienti da vari Paesi d’Europa e delle altre sponde del Mediterraneo, per dire ‘no’ ai muri e ‘sì’ ad un mare di fratellanza.