Oltre il dissenso e l’indifferenza
Un impegno corale per una proposta costruttiva.
Di fronte al dramma delle migrazioni, la Chiesa italiana indica “ulteriori vie che, unite alle tante già in atto, possono contribuire a uscire dall’impasse e a depotenziare insopportabili cori da stadio, incapaci di proposte costruttive”. Lo fa, ha precisato mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, “senza approcci buonisti e nel pieno rispetto della legalità”, con un “impegno corale” di uffici della Cei e di tante realtà ecclesiali attive in questo ambito, come istituti missionari, congregazioni, associazioni e movimenti, presenti sia nei Paesi in via di sviluppo, sia nei Paesi di transito, sia in Italia.
“È impossibile – ha sottolineato mons. Galantino – girare la testa dall’altra parte, quando soltanto in Italia, negli ultimi tre anni, sono arrivate più di 500mila persone, di oltre 80 nazionalità, prevalentemente africane, tra cui decine di migliaia di bambini e ragazzi, soprattutto adolescenti tra i 15 e i 17 anni, spesso giunti da noi senza nessun parente che li accompagnasse”.
Si impongono, dunque, ha aggiunto il segretario generale della Cei, “delle domande, soprattutto a chi non ama le semplificazioni e non ha da difendere interessi se non quelli legati alla vita e alla dignità delle persone: Come accompagnare queste persone ‘in cammino’? Come tutelare la loro libertà di partire e di restare?”. La Campagna della Cei rappresenta una risposta concreta a questi interrogativi: è infatti un “percorso di accoglienza, di tutela, di promozione e di integrazione che non di rado è all’inizio di un cammino di ritorno nel Paese di origine per contribuire a costruire una storia di libertà e favorire sviluppo”. Una proposta reale che va oltre “i dissensi gridati e l’indifferenza praticata”.