Un messaggio di speranza. Per l’Italia e per il mondo
Un invito a vincere le paure e ad impegnarsi per il bene di tutti. Intervista a don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio per gli interventi caritativi a favore del Terzo mondo.
È tempo di uscire dalle tombe dell’egoismo, dell’indifferenza, del voltarsi dall’altra parte. Ne è convinto don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio per gli interventi caritativi a favore del Terzo mondo, per il quale occorre far rinascere la speranza. A tutti i livelli.
Quale è il messaggio della Pasqua, oggi, in un momento di incertezza sul fronte politico e di rigurgiti xenofobi a livello sociale?
È un messaggio di speranza. Un invito ad uscire da quelle tombe che noi stessi ci costruiamo innalzando muri, non solo materiali, ma anche ideologici e culturali. A passare da una situazione di stallo ad una possibilità di impegno per il bene comune del Paese. A superare gli egoismi e l’indifferenza per una vita solidale e fraterna. A vincere le paure per aprirsi all’accoglienza, non considerando più l’altro come un nemico da cui difendersi, bensì come un’opportunità di crescita. Ad abbandonare la cultura dello scarto per una visione inclusiva di integrazione.
Davanti a Gesù e all’ingiustizia palese, Pilato se ne lava le mani. Succede ancora? Quando?
Si. Ogni volta che ci voltiamo dall’altra parte, come dice Papa Francesco, per non farci scomodare dalla realtà.
La lotta contro l’ingiustizia, lo squilibrio economico e la povertà deve cominciare dal piccolo, dal quotidiano, da un cambiamento degli stili di vita di ciascuno. C’è consapevolezza di questo nella comunità cristiana? Cosa resta da fare?
Ci sono tante belle esperienze nelle comunità e nella vita della Chiesa che agiscono anche nel silenzio e nell’ombra. Ma certamente ci vuole una maggiore consapevolezza da parte di tanti cristiani che non si lasciano mettere in discussione dalle esigenze del Vangelo e si chiudono dietro le loro sicurezze. L’Evangelii Gaudium è uno strumento a cui attingere continuamente per riscoprire insieme la bellezza e la radicalità del Vangelo e non fermarsi nel cammino di conversione.
La Chiesa è impegnata, con iniziative e progetti, a promuovere concretamente lo sviluppo umano integrale, in ogni luogo. L’8xmille infatti non serve solo, come spesso si racconta, a mantenere i sacerdoti….
Infatti. Solo un terzo è usato per questo scopo. Un altro terzo per esigenze di culto e pastorale (ad es.: l’edilizia di culto e i beni culturali della Chiesa) ed un terzo per la carità in Italia e nei Paesi poveri. È di questi ultimi che io mi occupo come Responsabile del Servizio interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo, per i quali la CEI impegna 85 milioni ogni anno per progetti di formazione e di sviluppo sociale al fine di promuovere lo sviluppo umano integrale delle persone e delle comunità locali.
Solo nel 2017 sono stati finanziati 527 progetti in 66 Paesi coinvolgendo 456 enti. Progetti agricoli, scuole, università, ospedali e corsi di formazione… E con la campagna “Liberi di partire, liberi di restare” altri 30 milioni sono impegnati per progetti che nei Paesi di partenza, di passaggio e di arrivo dei migranti, in particolare dei minori non accompagnati e delle vittime della tratta di esseri umani. Ad oggi sono stati impegnati già 5 milioni e 600 mila euro per 10 progetti distribuiti sulle tre fasce. Sono all’esame del Tavolo Migrazioni che comprende cinque uffici Cei (Servizio interventi caritativi per il Terzo Mondo, Caritas Italiana, Migrantes, Missio, Apostolato del Mare) circa 40 progetti provenienti dalle diocesi italiane.
Pasqua è sinonimo di risurrezione, di vita nuova. Che cosa deve rinascere nel nostro Paese?
La speranza, che ci stiamo lasciando rubare. Una visione della cosa pubblica come bene di tutti e non come beneficio di pochi a discapito di molti. La convinzione che l’Italia e l’Europa possano continuare a essere un luogo di libertà che riconosca e garantisca i diritti di tutti. Ed il sogno che il mare Mediterraneo, che per molti migranti si è trasformato in una tomba, possa tornare ad essere ancora ponte, per favorire l’incontro tra i popoli, l’arricchimento delle culture, e lo scambio della ricchezza e della bellezza di ognuno.