Una nuova speranza per le donne in Mali

Una nuova speranza per le donne in Mali

Madeleine, studentessa di Rondine, racconta il suo progetto dedicato alla comunicazione della crisi politica e di sicurezza in Mali attraverso la sensibilizzazione delle ragazze vittime di violenza.

di Madeleine Dembélé, studentessa di Rondine

Sono Madeleine Dembélé, ho 26 anni. Vengo dal Mali, un paese del Sahel situato nell’Africa occidentale. Sono nata in un villaggio chiamato Sincina dove ho conseguito il diploma. Sono appassionata del mondo dei media, così dopo aver conseguito la laurea nel 2012, mi sono iscritta all’Università cattolica dell’Africa occidentale, a Bamako, dove mi sono laureata in giornalismo e comunicazione e ho conseguito un master in comunicazione per lo sviluppo sostenibile e la cittadinanza nel 2017.

Ho scelto di venire a Rondine per il mio Paese, dove ogni giorno persone innocenti muoiono a causa dei conflitti. Soldati, uomini, donne, bambini e persino animali sono tutti vittime. I banditi armati attaccano i villaggi, uccidono, violentano e sequestrano. Hanno iniziato i loro atti terroristici nel nord del Mali, mentre attualmente sono al centro del Paese dove seminano il terrore. L’obiettivo è creare conflitti intercomunali per dividere i maliani ma questo complotto sembra aver fallito. Questa crescente insicurezza tuttavia impedisce la crescita economica e viola i diritti di molte persone. Le scuole sono chiuse e questo mette il futuro dei bambini nell’incertezza. E poiché le guerre sono inevitabili, ho capito che occorre trovare informazioni affidabili. Questa ragione giustifica la mia presenza a Rondine e il mio impegno per la trasformazione creativa del conflitto. Attraverso la formazione che riceviamo, aiuteremo a tornare nel nostro Paese con il bagaglio intellettuale utile a migliorare le condizioni di vita dei maliani. L’accordo di pace rappresenta la speranza di un ritorno alla normalità in Mali, ma le donne non sono quasi coinvolte nell’attuazione. Donne e bambini sono i più colpiti da questo conflitto perché sono esposti a tutti i tipi di pericolo: sono regolarmente vittime di stupri, saccheggi, rapimenti, matrimoni forzati, omicidi, omicidi di coniugi o figli, manipolazione di terroristi.

Ogni studente arriva a Rondine con un’idea di progetto per servire meglio il suo Paese. Il mio si concentra sulla “Comunicazione della crisi politica e di sicurezza in Mali attraverso la sensibilizzazione delle donne e delle ragazze vittime di violenza”. L’obiettivo è quello di rendere le donne e le ragazze ambasciatrici della pace e della riconciliazione per un Mali pacifico. Ma ciò non esclude gli uomini in questo progetto perché, in generale, quando si parla di donna, si parla anche dell’uomo, della donna, del bambino e della famiglia. Quindi, trovo fondamentale coinvolgere anche gli uomini sulla questione della sicurezza se vogliamo una buona risoluzione di questo conflitto. Ecco allora che la realizzazione di questo progetto aiuterà a formare donne e ragazze sulle questioni del conflitto. Grazie a queste donne, saremo in grado di aumentare la consapevolezza raggiungendo tutti gli abitanti delle zone di conflitto con i media locali.