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RIFUGIATI
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Le parole pesano: il termine “rifugiato”, a differenza di quanto si pensi, non è sinonimo di “migrante” ma si riferisce a chi si trova costretto a fuggire dal proprio Paese di origine a causa di persecuzioni, conflitti, violenze e che dunque ha bisogno di “protezione internazionale.” E chiedere asilo è un diritto umano fondamentale. Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, un appuntamento annuale voluto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione, spesso sconosciuta, di questa particolare categoria di migranti. Sono diverse le iniziative promosse in tutta Italia per questa occasione. Anche noi, con la newsletter di giugno, abbiamo voluto accendere i riflettori sui rifugiati per fare un po’ di chiarezza e per provare a squarciare quel velo di ipocrisia che spesso legittima atteggiamenti e condotte poco evangelici.
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don Leonardo Di Mauro, don Francesco Soddu, don Michele Autuoro, don Gianni de Robertis e don Bruno Bignami
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Rut, donna rifugiata sotto le ali del Dio d’Israele
Una storia antica, ma attualissima che insegna l’arte della custodia delle persone che ci sono accanto.
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Onorare chi è costretto a fuggire
Non possiamo, con troppa facilità e altrettanta superficialità, considerare immigrati e rifugiati come intrusi che vengono a rubarci il pane o a disturbare la nostra pur legittima quiete. Né è sufficiente versare lacrime sulle loro bare.
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Patria diversis gentibus una?
Se la storia è maestra di vita, l’informazione rappresenta uno strumento per contrastare il pressappochismo dei benpensanti.
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Le tre chiavi del cambiamento
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Paura e indifferenza sono facce della stessa medaglia. Intervista a don Bruno Bignami, vicedirettore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, con delega per l’Apostolato del Mare.
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Con uno sguardo al futuro
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Sul tema migrazioni e accoglienza bisogna cambiare prospettiva. Parola di padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli.
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Le diocesi in prima linea
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Da Acqui a Patti: sono 35 i progetti presentati dalle chiese locali, per uno stanziamento di 2,1 milioni di euro.
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Costruire il futuro
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Una delegazione di Rondine in Mali per la selezione dei nuovi studenti.
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Tornare per ricominciare
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Favorire il rientro in Nigeria e il reinserimento socio-lavorativo di giovani donne vittime di tratta, ospitate in case di accoglienza italiane ma che vogliono tornare in patria o che sono state espulse e rimpatriate coattivamente. È l’obiettivo del progetto “Tornare per ricominciare”, promosso da “Slaves no more”. Si tratta di un percorso, che include viaggio, aiuto formativo, logistico e finanziario, …
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