Quando inclusione fa rima con formazione

Quando inclusione fa rima con formazione

Con la consegna degli attestati di frequenza, si conclude a Brescia la terza e ultima annualità del progetto “Farm Training”.

Si conclude con la consegna degli attestati di frequenza la terza e ultima annualità del progetto “Farm Training”, progettato e realizzato dall’Associazione Centro Migranti in collaborazione con Fondazione Opera Caritas San Martino, Asilo Notturno Pampuri e Cooperativa Kemay. È stata una esperienza co-finanziata dalla campagna “Liberi di partire, liberi di restare” della Conferenza Episcopale Italiana. Al progetto ha preso parte anche l’Istituto “Bonsignori” di Remedello per la parte didattica.
Il progetto si è proposto di formare in ambito zootecnico, agronomico e di meccanica agraria persone richiedenti protezione internazionale o titolari di protezione, dando loro la possibilità – attraverso corsi teorico-pratici e l’attivazione di tirocini extracurricolari – di acquisire delle competenze specifiche spendibili sul mercato del lavoro.
“La campagna ‘Liberi di partire, liberi di restare’ è un segno della Chiesa italiana, perché cresca la consapevolezza delle storie dei migranti, si sperimenti – afferma don Roberto Ferranti,
presidente dell’Associazione Centro Migranti – un percorso di accoglienza, tutela, promozione e integrazione dei migranti che arrivano tra noi, non si dimentichi il diritto di ogni persona a vivere
nella propria terra. È una campagna di denuncia dei morti, di violenze, della tratta di persone indifese che una storia nuova di accompagnamento dei migranti può scongiurare. È una campagna che vuole promuovere uno sviluppo umano integrale, per ‘tutti gli uomini e tutto l’uomo’, a livello familiare e comunitario, che intende considerare la ricchezza e le potenzialità dello scambio interculturale, in relazione alle dinamiche demografiche, sociali, economiche in atto, anche nel nostro Paese. È una campagna che costituisce un ‘segno dei tempi’, un luogo di testimonianza di libertà, solidarietà, giustizia, democrazia. Di pace. Insieme”.
A Brescia questo percorso si è concentrato sulla valorizzazione “del nostro contesto, ricco di esperienze di accoglienza che hanno generato nuova vita nei giovani migranti giunti nella nostra terra;
si è cercato di valorizzare anche il contesto lavorativo agricolo dove questi giovani, acquisite le competenze specifiche necessarie, avrebbero potuto costruire il loro futuro lavorativo”.

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