Dalla pancia al cuore

Dalla pancia al cuore

Dalla strumentalizzazione del tema dei migranti al ruolo delle donne nella Chiesa passando per il racconto di un'Italia "diversa da quella che ci vogliono far vedere". Intervista a don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio nazionale per gli interventi caritativi a favore del terzo mondo.

“La paura è funzionale ai calcoli politici di chi cerca di ottenere il potere parlando alla pancia della gente”. Per don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio nazionale per gli interventi caritativi a favore del terzo mondo, “l’unica risposta possibile a questo modo di procedere è far leva sulla conoscenza reciproca, dal basso, accorciare le distanze”.

Paura e calcoli politici. Papa Francesco, durante la Via Crucis al Colosseo, ha definito queste come le cause dei porti chiusi. Su quali leve bisogna agire per cambiare la situazione?
È vero quello che dice il Papa: si gioca sulla paura della gente e la si rende funzionale ai calcoli politici. La paura è utilizzata, è funzionale ai calcoli politici di chi cerca di ottenere il potere parlando alla pancia della gente. L’unica risposta possibile a questo modo di procedere è far leva sulla conoscenza reciproca, dal basso, accorciare le distanze. Noi del Servizio Cei per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo viviamo quest’esperienza tutte le volte che, con altri del Comitato o del Servizio, andiamo a visitare i progetti realizzati nei Paesi dove c’è sofferenza e povertà: si ascoltano i desideri, le aspirazioni delle persone, il loro coraggio di provare anche partendo dal nulla. Bisogna passare dalla pancia al cuore e alla conoscenza reciproca. Riannunciare Cristo e il suo Vangelo autentico, come ci dà l’esempio Papa Francesco, e riscoprire i valori umani autentici di cui il Vangelo è impregnato e impegnarsi a viverli concretamente.

La nuova Campagna informativa sull’8xmille parla del “Paese dei progetti realizzati”. Cosa significa?
Lo slogan della Campagna 8xmille vuole evidenziare il lavoro disinteressato, concreto e silenzioso che tanti volontari: laiche e laici, preti, religiosi e religiose compiono grazie anche al sostegno dell’8xmille, rispondendo alle tante richieste della gente del nostro Paese, e non solo, con autenticità e credibilità. Parliamo di un Vangelo vissuto che diventa azione, scelte e comportamenti. La Campagna, indicando la via dell’uomo integralmente considerato, vuole mostrare un’Italia diversa da quella che ci vogliono far vedere, un popolo, quello italiano, che col suo saper fare vuole dimostrare che nella nostra cultura l’uomo e i suoi bisogni legittimi vengono prima di tutto. I dodici progetti che lo spot televisivo presenta, dieci in Italia e due in Messico finanziati dal Servizio interventi caritativi a favore dei paesi del Terzo Mondo da me diretto, sono finalizzati a rispondere a quella fame e sete di giustizia di cui parla il Vangelo, o che si tratti d’intervenire nei campi di caffè andando in aiuto ai piccoli imprenditori messicani, o ad un centro di accoglienza di bambini e ragazzi abbandonati.

I fondi dell’8xmille vengono utilizzati, in larga parte, per finanziare progetti di sviluppo nei Paesi poveri, ad esempio attraverso il Servizio da lei diretto e la Campagna “Liberi di partire, liberi di restare”. La firma degli italiani sulla dichiarazione dei redditi dunque in cosa si trasforma?
Si trasforma in solidarietà concreta che raggiunge tante persone e comunità nei tanti Paesi impoveriti del mondo, favorendo concretamente formazione e sviluppo. Si trasforma in prossimità all’umanità presa nella sua interezza e globalità, come valore in quanto tale, e non per il gruppo di appartenenza. La prossimità dà concretezza alla compassione, intesa non come sentimento pietistico, bensì come partecipazione ‘cordiale’ al dolore per una situazione di ingiustizia subita senza colpa, contro cui bisogna lottare. Sono appena tornato da un viaggio in Costa d’Avorio dove ho potuto visitare sul campo 18 progetti realizzati nei quali tutto questo si concretizza e si tocca con mano.

Le donne sono state le prime testimoni della Risurrezione. Eppure al giorno d’oggi sono spesso emarginate, violate, segregate e vendute. Cosa fa la Chiesa per loro?
La Chiesa si è sempre schierata dalla parte della dignità della persona umana e in particolare della donna. Lo confermano i molti progetti per la promozione della donna in tutti i paesi in cui la Chiesa ha un minimo di presenza operante, dove laiche e/o religiose operano per il bene della donna. I progetti a favore delle donne sono numerosi anche in Italia. Molti sono a favore delle donne immigrate che, insieme ai loro bambini, sono le più vulnerabili.  A Torino, ad esempio, due suore salesiane hanno avviato da anni un progetto per l’insegnamento della lingua italiana e di alcune abilità pratiche rivolto a donne di tante nazionalità diverse e che vivono in un quartiere multietnico della città. È una porta che per loro si apre verso i luoghi dove sono venute a vivere. Chi ha seguito la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo ha potute seguire le riflessioni che accompagnavano le stazioni, preparate da suor Eugenia Bonetti, dalle quali si evince tutta l’attenzione di questa suora e di tanti altri insieme a lei per le tante donne in difficoltà. Sicuramente si può sempre fare di più, ma si può dire che molti passi sono stati fatti; questi, al di là di ogni soddisfatto compiacimento, sono per tutti noi uno stimolo evangelico ad aprire sempre nuovi varchi di speranza nella concreta azione di carità. È necessario anche riconoscere che ormai da anni il Magistero, sta proponendo con molta decisione la difesa della dignità della donna e il suo valore intrinseco e si può dire che in concreto si fa molto. Credo che sia ormai tempo che la Chiesa debba maggiormente dispiegare le sue vele per permettere al Soffio dello Spirito di spingerla verso il superamento del clericalismo e del maschilismo in genere, ancora molto resistenti in essa, per aprire maggiori spazi decisionali ed anche di responsabilità pastorale alla donna.

Maggio è il mese dedicato alla Madonna. Che cosa significa oggi rinnovare questa tradizione fatta di preghiera, devozione e iniziative?
Forse il mese di maggio potrebbe aiutarci a ‘far scendere Maria’ dagli altari e dalle cappelle per farcela sentire più vicina come donna che ha aderito con coraggio alla volontà di Dio, sfidando pregiudizi e mentalità ataviche pur di realizzarla. Don Tonino Bello ha scritto delle pagine molto belle nelle quali ci ricorda che Maria, prima di essere coronata di gloria, così come giustamente la onoriamo nelle celebrazioni e processioni in questo mese, ha calpestato la polvere della nostra terra, ha vissuto il nostro quotidiano, è andata incontro agli altri non curante di sé stessa, è stata profuga in Egitto, non è stata risparmiata dalla sofferenza. Maria è un grande dono che Gesù fa a ciascuno di noi, come madre: sentiamola vicina in tutte le circostanze della vita. Scopriremo in Lei un modello di sicura speranza da imitare per realizzare in noi la perfetta somiglianza con il suo Figlio. Occorre ridare comprensione alle devozioni per mezzo di catechesi, più volte si ‘recitano’ preghiere di cui non si comprende neanche il senso e quindi sono poi abbandonate, ridare vigore e riempire di contenuto formule ormai desuete. Maria è anche uno straordinario punto di incontro con i credenti dell’islam. Oggi più che mai abbiamo bisogno di ponti, di luoghi di incontro, di spazi accoglienti: Maria come donna è stata tutto questo.