La pace si costruisce a scuola
L’esperienza di Brigitte, studentessa maliana di Rondine, nelle scuole italiane.
Il lavoro di formazione e sensibilizzazione di Rondine da anni si rivolge anche agli studenti italiani attraverso incontri e attività volte ad affrontare conflitti personali e all’interno dei gruppi classe. Il conflitto è parte della vista di tutti noi, ricorda Brigitte che recentemente ha portato la sua testimonianza agli studenti delle scuole di Cuneo: “Il messaggio di Rondine è fondamentale per i giovani ma anche per i giovanissimi che devono imparare a sviluppare le proprie capacità relazionali e a crescere come cittadini del mondo”.
Negli ultimi anni, il lavoro di Rondine con gli adolescenti si è concretizzato nel progetto “Quarto Anno Liceale d’Eccellenza a Rondine”. un’opportunità formativa e di studio riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca come percorso di sperimentazione per l’innovazione didattica, rivolta a 26 diciassettenni di tutta Italia dei Licei Classico, Scientifico e delle Scienze Umane, per frequentare la classe quarta nel borgo di Rondine, un ambiente internazionale dove si sperimenta la trasformazione del conflitto. Molto più di un’esperienza all’estero, il Quarto Anno Rondine è un percorso capace di mettere in comunicazione diversi paesi e culture, dove è possibile fare il giro del mondo in 365 giorni. Una scuola innovativa che coniuga lo studio delle discipline degli indirizzi curricolari dei tre Licei, con un percorso di crescita e di profonda consapevolezza di sé per lavorare sulla dimensione emotiva e relazionale, imparare ad assimilare ed elaborare gli stimoli della società globale, affrontare il futuro e le sfide della, contemporaneità con sicurezza, nonché definire il proprio progetto di vita.
Un progetto che nasce all’insegna della generosità e ogni studente è chiamato a coinvolgere la propria classe di appartenenza restituendo parte di ciò che ha imparato, conosciuto e vissuto.
Dicembre è stata proprio l’occasione in cui i ragazzi sono tornati nelle scuole di appartenenza per raccontare la propria esperienza e condividere il proprio viaggio, accompagnati dai giovani della World House – studentato internazionale. Proprio in questa occasione Brigitte la giovane proveniente dal Mali che sta frequentando Rondine nell’ambito del progetto “Liberi di partire – Liberi di restare” ha portato la sua testimonianza ai giovani piemontesi. “È stata un’occasione importante di crescita per me in prima persona, perché ho avuto la possibilità di mettermi alla prova come testimone del conflitto ma soprattutto di una scelta personale all’insegna dell’impegno per il cambiamento del mio Paese: i ragazzi erano davvero colpiti e molto curiosi e questo ci ha permesso di costruire un dialogo interessante a partire dalle nostre diversità.”
Brigitte ha raccontato la storia del suo paese colpito da un conflitto civile che dal 2012 ha causato una forte instabilità politica e sociale bloccando lo sviluppo economico. Un conflitto molto feroce in cui la maggior parte delle vittime sono state le donne della popolazione civile e i bambini. “Gli studenti sono stati in grado di farsi un’idea della differenza tra la società modello occidentale e quella tradizionale africana, capirne le differenze culturali ma anche le reciproche connessioni e ricchezze.
Per Brigitte è stata inoltre un’occasione per comprendere le profonde differenze che ci sono anche in Italia tra regione e regione e tracciare nuove connessioni tra la società italiana e quella maliana che a sua volta mostra profonde differenze tra il nord e il sud. “Questo incontro ci ha permesso di esprimerci e condividere la nostra piccola esperienza e sensibilizzare sull’importanza del dialogo, dell’apertura, dell’ascolto e del modo in cui guardiamo altro. Ciò contribuirà a conoscere e comprendere meglio l’altro senza dare un giudizio e a capire che il conflitto può essere personale, ed è bene che ognuno di noi impari a cercare la pace in se stesso prima di tutto. Il nostro obiettivo – conclude Brigitte – era quello di trasmettere un messaggio specifico che è quello di vivere insieme in coesione, di cambiare il mondo in modo che tutti siano consapevoli che siamo tutti portatori, trasmettitori e produttori di cultura. Un modo per combattere gli atteggiamenti che si oppongono alla diversità, a partire dalla conoscenza dell’altro attraverso la conoscenza di sé, l’apertura al mondo esterno per definire la propria identità”.