Restiamo umani
Nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, cattolici ed evangelici lanciano un appello comune per "salvare chi è in pericolo, ampliare i corridoi umanitari, aprire nuove vie di ingresso regolare”.
I cristiani italiani, cattolici e protestanti, lanciano un appello comune sull’immigrazione, per “salvare chi è in pericolo, ampliare i corridoi umanitari, aprire nuove vie di ingresso regolare”. In occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, Luca M. Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, e Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, hanno sottoscritto un documento per “spiegare a tutti che per noi aiutare chi ha bisogno non è un gesto buonista, di ingenuo altruismo o, peggio ancora, di convenienza: è l’essenza stessa della nostra fede”.
“Ci addolora e ci sconcerta la superficiale e ripetitiva retorica con la quale ormai da mesi si affronta il tema delle migrazioni globali, perdendo di vista che dietro i flussi, gli sbarchi e le statistiche ci sono uomini, donne e bambini ai quali sono negati fondamentali diritti umani: nei paesi da cui scappano, così come nei Paesi in cui transitano, come in Libia, finiscono nei campi di detenzione dove si fatica a sopravvivere. Additarli come una minaccia al nostro benessere, definirli come potenziali criminali o approfittatori della nostra accoglienza tradisce la storia degli immigrati – anche italiani – che invece hanno contribuito alla crescita economica, sociale e culturale di tanti paesi”, si legge nel testo che chiede a gran voce che “nello scontro politico, non si perda il senso del rispetto che si deve alle persone e alle loro storie di sofferenza».
Il documento ecumenico, che significativamente si intitola “Restiamo umani”, ricorda che “una politica migratoria che non apre nuove vie sicure e legali di accesso verso l’Europa è fatalmente destinata a incentivare le immigrazioni irregolari”. Per questo “chiediamo ai vari Paesi europei di duplicare o, comunque, di ampliare i corridoi umanitari, aperti per la prima volta in Italia all’inizio del 2016”. “È finita ormai la fase della sperimentazione e i risultati, positivi sotto tanti aspetti, sono sotto gli occhi di tutti. È auspicabile passare quindi ad una generalizzazione di questo modello, che salva dai trafficanti di esseri umani e favorisce l’integrazione”, spiega il testo congiunto che si rivolge “direttamente al Governo italiano perché allarghi la quota dei beneficiari accolti nel nostro Paese e si faccia promotore di un ‘corridoio umanitario europeo’, gestito dalla UE e da una rete di Paesi volenterosi, prevedendo un adeguato sistema di sponsorship”.
Mentre “si cerca il consenso europeo su queste misure, occorre – evidenzia il testo – garantire il soccorso in mare, che non può ridursi a una politica di respingimenti o di semplici chiusure. I migranti non possono essere vittime tre volte: delle persecuzioni, di chi li detiene in campi che, come varie volte attestato dall’Onu, non tutelano i diritti umani essenziali e di chi li respinge in quegli stessi campi e in quelle umiliazioni”. “Per noi cristiani, come per ogni essere umano, omettere il soccorso a chi giace sulla strada o rischia di annegare è un comportamento di cui si può solo provare vergogna”, taglia corto il testo che caldeggia “un potenziamento delle attuali attività di soccorso, rese dai mezzi militari, dalla Guardia Costiera e dalle Ong, nel rispetto delle norme del mare e del diritto umanitario”.
“Per quanto divisivo il tema dell’immigrazione è così serio e grave da non potersi affrontare senza cercare una piattaforma minima di istanze e procedure condivise. Questo auspichiamo e per questo – assicurano cattolici e protestanti – ci mettiamo a disposizione con la nostra esperienza e i nostri mezzi, pronti a collaborare sia con le autorità italiane che con quelle europee”.