Un progetto di pace 

Un progetto di pace 

I giovani studenti di Rondine alla cerimonia di consegna della Lampada di Pace di San Francesco.  

di Brigitte Togo e Lèonard Dabou, studenti di Rondine

Il 12 maggio, anche noi studenti di Rondine abbiamo avuto l’opportunità di intervenire all’evento promosso dal Sacro Convento di Assisi per la consegna del premio Lampada di Pace di San Francesco alla cancelliera tedesca Angela Merkel per “la sua opera di conciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli”, alla presenza del presidente colombiano Juan Manuel Santos il quale ricevette lo stesso riconoscimento che nel 2016, per “lo sforzo tenuto nei processi di riconciliazione con le Farc” opera che gli valse anche il premio Nobel per la pace.
Entrambi sono stati premiati per il loro impegno a favore di una pace duratura in tutto il mondo. Nella sua politica di integrazione, la cancelliera Angela Merkel ha accolto più di un milione di migranti in Germania nel 2015 e questo è ancora più importante oggi dal momento che  in cui alcuni stati non vogliono neanche sentire parlare della questione della migrazione. In un mondo instabile e minato da drammi e guerre, molte persone sono costrette a lasciare i loro paesi e le loro terre in cerca di un futuro migliore.
La cancelliera ha condotto una importante politica migratoria in Germania, nonostante la pressione delle politiche di partito contrarie. Ha ricevuto sostegno dalla società civile che lavora per l’integrazione dei migranti. “L’integrazione europea è un progetto di pace” che implica l’accettazione della diversità e del rispetto. La pace è fragile, quindi dobbiamo evitare i conflitti e impegnarci sempre”, ha detto Merkel.
“Se vogliamo creare pace, non dobbiamo pensare solo al nostro benessere. Abbiamo il dovere di lavorare con i nostri vicini per trovare una soluzione”, ha affermato ancora la cancelliera. Nel consegnare la Lampada della Pace, padre Mauro Gambetti, custode del convento di Assisi, ha sottolineato i valori condivisi con la Merkel, quali “rispetto e impegno per la casa comune”,  invitando anche a chiamare “le forze civili dell’Europa per un movimento di crescita nella storia del continente e del mondo intero”.
L’occasione ha dato la possibilità a tanti giovani di confrontarsi con i due capi di stato e anche i giovani di Rondine hanno avuto modo di porre un quesito al presidente Santos in merito al ruolo avuto dalla società civile nella realizzazione dell’accordo di pace. Secondo il presidente Santos, la partecipazione dei cittadini è di grande importanza nel processo di pace. Gli accordi sono fondamentali, ma “la pace non è solo il silenzio dei fucili”, ha ricordato. Gli accordi sono solo il primo passo e  la loro attuazione dipende in gran parte dal ruolo attivo dei cittadini. Poiché i più colpiti dal conflitto sono i più favorevoli alla pace, la società civile condivide la responsabilità e la collaborazione sui passi da compiere. “La vera costruzione della pace – ha aggiunto – richiede tempo, come la costruzione di una cattedrale, mattone su mattone”.  Dalle sue parole è emerso anche il ruolo fondamentale dei giovani e questo rappresenta per noi una grande speranza e un incoraggiamento nell’impegno che mettiamo ogni giorno per formarci per poter lavorare per migliorare anche il nostro paese.
In Mali, la società civile è dinamica e l’auspicio è che una massiccia partecipazione al processo di dialogo contribuirà al ripristino della pace. In passato, si è affermata come un importante mediatore tra il governo e i gruppi ribelli. Il risultato è stato visibile nella “Flame of Peace” nel 1996, una cerimonia durante la quale le armi sono state volontariamente distrutte da entrambe le parti in conflitto. Le organizzazioni della società civile sono un’importante risorsa di conoscenze e competenze locali e si trovano in una posizione unica per incoraggiare le persone a partecipare alle attività di costruzione della pace. Il loro ruolo è essenziale per promuovere una buona armonia nella comunità e aiutare a stabilire nuove relazioni dopo un conflitto.