Dalla terra fiorisce l’integrazione

Dalla terra fiorisce l’integrazione

Nelle diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia e di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia si sperimentano inclusione e sviluppo. A partire dal lavoro della terra.

Per abbattere i pregiudizi bisogna creare occasioni di incontro? Detto fatto: è quello che le diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia e di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia stanno facendo con i progetti finanziati dalla Campagna Cei “Liberi di partire, liberi di restare”. Grazie a “Tutti insieme per mano” e a “Coltiviamo speranze”, infatti, si sperimentano inclusione e sviluppo. A partire dalla terra. “L’Irpinia è ricca e generosa: sono numerosi i prodotti di qualità e le eccellenze eno-gastronomiche della zona riconosciute in tutto il mondo. Per questo, abbiamo scelto il filone agroalimentare, dal quale far partire un processo di conoscenza e di integrazione”, racconta Pasquale Scrima, della Cooperativa sociale Artour. L’obiettivo delle iniziative infatti è duplice: da una parte, “formare i giovani disoccupati del nostro territorio, offrendo loro la possibilità di conseguire la qualifica di mediatori culturali, e dall’altro inserire dei migranti nel circuito lavorativo attraverso il laboratorio di ceramica e l’orto sociale”, spiega il referente. Questa modalità, sottolinea, “è dirompente in quanto permette di fare comunione e di abbattere, concretamente, quelle barriere e quei pregiudizi che si hanno verso gli stranieri o i detenuti che, una volta scontata la pena, vogliono riscattarsi”.
Ad Ariano, il progetto, avviato da novembre scorso sulla scia di uno precedente che aveva come destinatari proprio i detenuti, vede protagonisti sei immigrati: due impegnati nella lavorazione della ceramica, gli altri quattro nella coltivazione di aglio, patate, zucche, insalata. “I prodotti vengono venduti attraverso la rete delle parrocchie che si fanno promotrici anche della sensibilizzazione  sul tema dell’accoglienza”, afferma Scrima evidenziando che “all’ondata di razzismo che sta investendo il nostro Paese, con questi progetti rispondiamo con i fatti e le opere”. A livello locale, confida, “il clima sta cambiando: se ci si conosce, ci si apprezza”. Per questo, aggiunge il referente di Artour, “abbiamo pensato di mettere a contatto stranieri e giovani, così che potessero essere i ragazzi stessi a portare un messaggio di speranza a coloro che si trovano a vivere delle difficoltà”. Provocando al tempo stesso “un cambio di mentalità”.
Sulla falsariga di quanto avviene ad Ariano, ha preso il via anche il progetto di Sant’Angelo dei Lombardi che ha lo scopo di inserire dieci migranti nel percorso di formazione e nel processo di produzione di ortaggi all’interno di un immobile rurale che verrà ristrutturato negli impianti a attrezzato per la lavorazione trasformazione dei prodotti agricoli, grazie al supporto della società agricola Hope.
Oltre all’impatto positivo nella vita delle persone direttamente coinvolte nei progetti e della comunitĂ  ecclesiali e civili, “non va trascurato – osserva Scrima – l’aspetto virtuoso della collaborazione tra diocesi limitrofe”. NĂ© il fatto che la cooperativa Artour sia un gesto concreto del Progetto Policoro che ha messo competenze ed energie a servizio dello sviluppo e del territorio.