Il Mediterraneo e la leadership giovanile
All’ultimo evento online della Cittadella della Pace, il racconto di Clement, già leader di pace in Mali dopo un periodo di formazione in Italia: “Possiamo tutto con pazienza”.
“Il futuro del mondo è nelle nostre mani”
"Il conflitto nella mia regione è lontano da quello che raccontano i media", spiega Aishat, studentessa nigeriana di Rondine Cittadella della Pace.
La via della condivisione
"Occorre avere il coraggio di mettersi in rete, di creare connessioni e di spendersi per un nuovo impegno sociale", sottolinea don Bruno Bignami, direttore dell'Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro.
Insieme, per il bene comune
La pace è 'un edificio da costruirsi continuamente', un cammino che facciamo insieme cercando sempre il bene comune”, ha ricordato il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei.
Educazione, prioritĂ per la governance globale
"L’educazione è un diritto fondamentale e una priorità perché da essa dipende il benessere in un intero paese", afferma Madeleine, studentessa maliana.
Una nuova speranza per le donne in Mali
Madeleine, studentessa di Rondine, racconta il suo progetto dedicato alla comunicazione della crisi politica e di sicurezza in Mali attraverso la sensibilizzazione delle ragazze vittime di violenza.
La corruzione, madre dei vizi
“Invece di lavorare sulle cause dei mali e trovare risposte, si vogliono eliminare le vittime: con le migrazioni sta accadendo questo a ogni latitudine della terra”, denuncia don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei.
Pace a questa casa…comune
Dopo la firma del Global Compact, “il 2019 può esser l’anno in cui la responsabilità condivisa di tutti, a diversi livelli, trasforma questo patto in un’azione effettiva e incisiva”, sottolinea padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli che auspica che “anche l’Italia voglia partecipare attivamente a questo importante cambiamento”.
Un metodo vincente
“La fabbrica del nemico è in grande forma: continua a giustificare la lontananza tra gruppi e appartenenze, siano esse politiche, etniche, culturali e religiose”. Occorre invece uscire da questo “inganno planetario”, afferma Franco Vaccari, presidente di Rondine.